Quando è corretto parlare di cyberbullismo? Cosa succede se posto una foto senza pensarci? Cambiano le implicazioni legali nel digitale? E la responsabilità educativa? Sono sempre di più e sempre più complesse le domande che nascono attorno al rapporto con le tecnologie. Di chi non ha voce, bambini e preadolescenti che rischiano di farsi male sul web. Ma anche di educatori, operatori sociali, insegnanti, genitori. A molte, risponde un nuovo Massive Open Online Course (Mooc), dell’Università Cattolica. Un corso gratuito online sul tema del cyberbullismo, articolato in cinque moduli formativi.
I comportamenti
Il corso, dal titolo «Spettro di comportamenti di cyberbullying» va ad arricchire l’offerta dei Mooc presente in OpenEducation e punta a insegnare il modo corretto con cui utilizzare la rete per dare risposte efficaci non solo ai minori vittime del bullismo ma anche per mettere in guardia i potenziali carnefici.
Il Mooc da una parte intende studiare i comportamenti di «cyberstupidity», agiti nei (o attraverso) i media digitali, in particolare nei social network; dall’altra, vuole proporre percorsi educativi con metodologie integrate. Parte dalla comprensione della cyberstupidity e del nuovo rapporto tra spazio pubblico e privato, ne studia le implicazioni nei comportamenti di cyberbullying, ne valuta le conseguenze sul piano educativo.
Il corso
Il corso nasce dalle diverse competenze di De.Ci.Di. (Definirsi Cittadini Digitali), gruppo di lavoro permanente su «educazione e cyberbullying» costituito dal Cremit (Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media, all’Informazione e alla Tecnologia) dell’Università Cattolica di Milano, le cooperative sociali Pepita Onlus e Industria Scenica e l’associazione Contorno Viola. Docente del corso, Pier Cesare Rivoltella, che ha strutturato le lezioni in sette settimane, per un carico di lavoro di due ore settimanali. Per informazioni e iscrizioni si può consultare il sito del corso Spettro di comportamenti di cyberbullying.
(Fonte: Il Corriere della Sera)