Google, l’inarrestabile ascesa di un algoritmo

Mar 10, 2017

Puntuale ed inesorabile la Alphabet Inc, la nuova holding proprietaria della Galassia Google, ha reso pubblico il bilancio d’esercizio 2016.

Big G è ormai alle porte dei 100 miliardi di fatturato con una redditività ormai consolidata in oltre il ventuno per cento, con una precisione davvero incredibile ed evidentemente propria di quella società e dei suoi fondatori.

Che dire? Si resta a bocca aperta a leggere questi bilanci e non si può che esser contenti per gli azionisti di Alphabet e dei suoi circa settantamila dipendenti che di certo non avranno da preoccuparsi del futuro della propria azienda.

Di seguito i dati principali del bilancio, in milioni di dollari.

2016 2015 2014
Pubblicità 79.383,00 67.390,00 59.624,00
Altre Operazioni 10.080,00 7.154,00 6.050,00
Altre attività 809 445 327
Totale 90.272,00 74.989,00 66.001,00
Pubblicità 87,94 89,87 90,34
Altre Operazioni 11,17 9,54 9,17
Altre attività 0,9 0,59 0,5
Totale 100 100 100
Fatturato 90.272,00 74.989,00 66.001,00
Utile Netto 19.478,00 15.826,00 14.136,00
Redditività % 21,58 21,1 21,42

 

Leggendo un po’ meglio questi numeri non si può che rilevare che al di là di enormi investimenti in tante società di vari settori, dalla robotica, alla telefonia, fino all’automotive, resta predominante la Pubblicità nei ricavi di Google. Certo il resto delle attività piano piano si fanno avanti, con una crescita di circa l’un per cento l’anno come incidenza sul fatturato complessivo che, comunque, su questi livelli sono sempre un miliardo.

La realtà però conferma che almeno nel medio periodo Google continuerà a mietere dollari con la Pubblicità ed in tal senso proseguirà il suo standard di attività.

Questo significa che per Google innanzitutto è importante creare traffico e portare pubblico sui propri canali senza avere interesse a vendere servizi ove gli è ampiamente sufficiente che la gente clicchi sugli annunci pubblicitari.

Per questo Google ci offre di tutto e di più gratuitamente, non è vendere quei servizi che gli interessa ma, appunto, vendere pubblicità.

Il problema però è che i servizi saranno sempre più standardizzati senza grandi possibilità di avere maggiori funzionalità o implementazioni. Un sistema ormai totalmente appiattito al quale tutti, bene o male, ci dobbiamo adeguare senza nessuna possibilità di poter chiedere qualcosa in più.

Eppure Google ha “in pancia” livelli di tecnologia formidabili, ormai il suo motore di ricerca viene mosso da una vera e propria intelligenza artificiale che gli consente di dare risultati straordinari agli utenti, di far sapere se piove o tira vento dove uno si trova, addirittura se sta per ritardare il treno che hai da prendere. Questo senza bisogno che tu glielo chieda, Google tutto sa ormai.

Immaginiamo se questa tecnologia fosse inserita nei servizi che ci offre, tanto da poterla utilizzare nel nostro lavoro. Sarebbe davvero una bella cosa.

Ma ciò non accadrà.

Google non può fornirci questa tecnologia perché rischierebbe di metterci in grado di difenderci da Google stessa e quindi eludere il “pifferaio magico” che di conduce sui suoi canali, ci fa cliccare sui suoi annunci e produce quei miliardi di dollari che è il suo fatturato.