Sono ormai oltre trent’anni che seguo il Palio di Siena più da vicino, sempre in maniera sicuramente approssimativa: al di là di una sottostante passione che sicuramente ho per quel “mondo” non riesco esattamente a acquisirne la vera essenza. Ho sempre pensato che il Palio ed il suo significato più profondo non si possa “acquisire” per passione, per cultura e per attenzione; se non sei nato a Siena, se non cresci e maturi a Siena non avrai mai il Palio nella tua anima.
Tifo Drago, ma giusto perché è da quella Contrada che ho conosciuto il Palio, ma in realtà non riesco a sentire una mia particolare vicinanza a questa o quella Contrada e questo, infine, mi ha dato la misura della mia incapacità di sentirmi parte di quel mondo. Non per un mio limite ma proprio perché, ribadisco, solo nascendo e vivendo in quella città puoi averne reale coscienza.
E’ per questa consapevolezza, che con gli anni ho maturato, che pur seguendo, forse più dei senesi stessi, tutto ciò che riguardi il Palio di Siena mi ci approccio in punta di piedi e sento quasi un timore ad relazionarmi con i senesi su questo argomento temendo di essere “fuori luogo” rispetto ad un pensiero, il mio, che può non essere adeguato o temo che possa essere tale.
Definire il Palio di Siena è molto difficile e delle mille definizioni che abbia sentito quella che preferisco è del Prof. Duccio Balestracci:
“Il Palio è una metafora della guerra, è una mimesi della guerra. Le Contrade sono nazioni in guerra. Un grande antropologo che era Claude Lévi-Strauss scrisse una volta: “il fazzoletto dei contradaioli di Siena è la loro bandiera in guerra”, aveva perfettamente ragione.
Il palio è una mimesi dello scontro, una mimesi della battaglia, la battaglia è quella che si fa in un minuto e poco più della corsa ma tutto ciò che prepara questo momento catartico è una specie di preparazione alla guerra.
Ciò che è importante che si capisca è che i senesi non sono una banda di esagitati ed esaltati che tutto l’anno fanno dei versi incongrui e chissà come si comportano.
I senesi sono persone normali.
Siena ricorda con doloroso orgoglio che ha dovuto cedere dopo un assedio durissimo alle armate dell’Imperatore Carlo V spalleggiate dalle truppe di Firenze.
I senesi hanno la coscienza di tutto questo, sono molto presuntuosi, simpaticamente presuntuosi, sono gente colta, simpaticamente colta. Non ci dimentichiamo che a Siena esiste la più antica accademia al mondo che è l’Accademia degli Intronati.
I senesi sono gente che ha la coscienza di questo, la percezione di essere qualcosa di particolarmente bello, di particolarmente aristocratico all’interno di questa Regione.“
Max Oriente