Coronavirus: Bertoldo, Bertoldino o Cacasenno?

Mar 8, 2020

Sono ormai, su per giù, due settimane che in Italia stiamo facendo fronte all’epidemia del Coronavirus (Covid-19 come classificato dalla OMS) con una escalation sociale ed economica che tutto può far presupporre meno che un lieto fine.

Bisogna registrare un atteggiamento del Governo, e comunque delle forze politiche di maggioranza, per come la vedo io, schizzofrenico, a tratti superficiale, con momenti di pura follia.

Siamo partiti dall’abbracciare i cinesi e bollare per “sciacallaggio” la paura rispetto alla diffusione del Coronavirus (Dario Nardella 1 febbraio 2020) con i soliti gesti eclatanti, tipici della retorica di sinistra, di abbracciare i cinesi a chiudere “nottetempo” la Lombardia intiera.

Tutto chiuso, tutto bandito, tutto cancellato. Nulla resta più possibile in questo paese per contrastare, ci viene detto, una epidemia che porterebbe a conclusioni catastrofiche e che non siamo in grado di fronteggiare per le carenze della nostra infrastruttura sanitaria.

Ci vengono a dire che non dobbiamo muoverci.

Ci vengono a dire che non dobbiamo andare a lavorare, o quasi visto che non è praticamente più possibile muoversi più di tanto ed in ogni caso tante attività sono state obbligatoriamente chiuse: cinema, teatri, discoteche, eccetera.

Ci vengono a dire che non dobbiamo avere rapporti con altre persone ed evitare mezzi pubblici e spostamenti.

Ci vengono a dire che non dobbiamo mandare i nostri figli a scuola.

Ma chi ce lo viene a dire?

Ce lo viene a dire quello stesso Governo che fino a poche settimane fa bollava per sciacallaggio i timori verso il Coronavirus, che ci invitava ad andare nei ristoranti, segnatamente quelli cinesi, e che bloccava i voli dalla Cina salvo consigliare telefonicamente i cittadini come aggirare il blocco.

Ce lo viene a dire una classe politica fatta di gente che è distante anni luce dal mondo del lavoro, abituati come sono a campare di stipendi che non provengono da un’azienda e da quello che ciò significa.

Ce lo vengono a dire dipendenti pubblici.

Ce lo vengono a dire soggetti che possono contare su un proprio capitale che offre loro la tranquillità di poter stare a casa senza preoccupazioni per la loro sopravvivenza.

Andiamolo a chiedere a chi per campare non ha ammortizzatori sociali, stipendi pubblici, capitale e che se non lavora non riesce a pagare le bollette, fare la spesa e quindi sopravvivere.

Certo il Governo “promette” miliardi per fronteggiare il problema ma non si è ben compreso come verranno utilizzati.

Si potrà evitare di pagare le bollette senza incorrere nel distacco delle utenze?

Si potrà ricevere cibo gratuitamente?

Si potrà evitare di pagare la rata del mutuo?

Penso proprio di no.

Le conseguenze?

Un disastro sociale di dimensioni incalcolabili che vedrà resistere chi ha il capitale o uno stipendio pubblico e inevitabilmente soccombere nella miseria e nell’indigenza chi vive del proprio lavoro.

Quindi, in buona sostanza, io che vivo del mio lavoro, dovrei fermarmi per garantire a dipendenti pubblici e benestanti il loro futuro quando loro, questo è certo, non si preoccupano né si preoccuperanno della mia sopravvivenza.

Io a tutto questo non ci sto!

Che poi non è neanche chiaro di cosa sia realmente questo Coronavirus. Gli esperti litigano da settimane fra chi lo definisce poco più di una “semplice influenza” e chi la descrive come la “peste del nuovo millennio”.

Ci è stato detto tutto ed il contrario di tutto ma nel dubbio hanno “chiuso un Paese” e abbandonato i cittadini al loro destino perché questa classe politica e sopratutto questo Governo non sarà in grado di fronteggiare adeguatamente la situazione ed il solito “beato nulla” sarà spacciato per qualcosa di importante per l’Italia.

Scienziati e Giornalisti ci propinano che l’epidemia stia avendo una “crescita esponenziale” salvo poi analizzare i dati e rilevare che la crescita è tutto sommato anche modesta e ben lontana dagli allarmismi con i quali ci inondano quotidinamente.

Di seguito una tabella riassuntiva per comprendere la portata del problema.

Siamo a livelli di contagio quasi impercettibili rispetto alla popolazione e sinceramente che una situazione del genere, infinitesimale rispetto alla popolazione, metta in crisi un nostro sistema sanitario per come la vedo io o è una grande balla che ci stanno propinando o non siamo veramente in grado di fronteggiare alcunché.

Siamo ad un livello di contagio di 8 persone ogni 100.000 abitanti, quindi di cosa stiamo parlando?

Poi non voglio neanche esagerare nello sminuire il problema che comunque c’è ed è opportuno farvi fronte. Ma scegliere la strada della distruzione dell’economia nazionale quando il problema pare essere solo l’inadeguatezza del sistema sanitario è, a mio modo di vedere, follia ove quei miliardi andrebbero spesi, subito e senza procrastinazioni, in quel settore per adeguarsi.

Voglio dire, se rimango chiuso fuori di casa conviene pagare il fabbro che mi fa entrare anziché acquistare una tenda per dormire sul pianerottolo.

Ma torniamo alla crescita dell’epidemia che ci viene spacciata per “esponenziale”. Questi i dati:

Una crescita elevata, per carità, ma tutto fuorché esponenziale.

Dimenticavo.

Nel frattempo continuano inesorabili gli sbarchi, con tanto di miliardi che se ne vanno in accoglienza.

Pare di vivere nelle favole di “Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno” con Bertoldo, uomo saggio e operoso, che muore schiacciato dal volere del regnante, Bertoldino, uomo mediocre, che si adatta al sistema, quasi fosse un dipendente pubblico, e Cacasenno che si farà fagocitare a tal punto dal sistema da morire di indigestione.

Io, come tutti quelli che per vivere devono lavorare, inevitabilmente farò la fine di Bertoldo.

Tutto a posto sul fronte occidentale!