Il New York Times di oggi, in un articolo a firma di Jason Horowitz, Emma Bubola and Elisabetta Povoledo, porta in luce le gravi responsabilità del Governo nell’aver favorito la diffusione del Covid-19.
In realtà non ci voleva granché a giungere a queste conclusioni viste le prese di posizioni, che definirei grottesche e comiche se non si parlasse di una tragedia nazionale, del Governo e delle forze che lo appoggiano:
- l’aperitivo di Zingaretti risoltosi nel suo contagio, neanche il genio di Totò sarebbe arrivato a tanto
- lo spot di Michele Mirabella, pagato con soldi pubblici, che ci veniva a dire a fine febbraio che non c’era pericolo, che in Italia eravamo al sicuro, eccetera
- gli “spot” di Nardella che ci esortava ad abbracciare un cinese
- per non parlare delle sardine, che almeno formalmente non sarebbero una forza di appoggio alla maggioranza laddove anche un bimbo di dieci anni capirebbe benissimo che sono parte integrante sostanziale del partito democratico, che come al solito si sono “profuse” nella campagna “un libro al posto di una mascherina”, “abbiamo gli anticorpi del razzismo” .
Un disastro insomma che anche il New York Times oggi stigmatizza.
Si legge infatti nell’articolo:
“In the critical early days of the outbreak, Mr. Conte and other top officials sought to down play the threat, creating confusion and a false sense of security that allowed the virus to spread.
They blamed Italy’s high number of infections on aggressive testing of people without symptoms in the north, which they argued only created hysteria and tarnished the country’s image abroad.”
[Nei primi giorni critici dell’epidemia, Conte e altri alti funzionari hanno cercato di minimizzare la minaccia, creando confusione e un falso senso di sicurezza che ha permesso la diffusione del virus.
Hanno incolpato l’alto numero di infezioni in Italia su test aggressivi di persone senza sintomi nel nord, che hanno sostenuto ciò avrebbe creato solo isteria e offuscato l’immagine del paese all’estero.]