Stiamo assistendo, nostro malgrado, alla peggior crisi mondiale dopo la seconda guerra mondiale. Nulla è ormai più paragonabile a questo anche perché questa crisi non è solo politica o comunque non sta determinando rischi di instabilità, come poteva essere l’attacco alle Torri Gemelle o le Guerra nel Golfo, ma ormai ha fermato il mondo relegando a casa quasi tre miliardi di persone con tutte le conseguenze sociali ed economiche che ne derivano.
Abbiamo strumenti di comunicazione estremamente evoluti e raffinati, riusciamo a comunicare fra di noi in ogni modo possibile, video, audio, social e altrettanto riceviamo informazioni in tempo reale ed in quantità infinita.
Il problema che si sta manifestando è proprio sull’attendibilità di queste informazioni e sulla concreta impossibilità di valutare quale siano le fonti affidabili ed i dati reali di quello che abbiamo di fronte.
Siamo partiti da “è solo un’influenza” e “non è solo un’influenza” dei vari scienziati che tutto hanno dimostrato meno che univocità di valutazione, ai nostri politici che, bisogna ammetterlo, non ne stanno indovinando una e stanno gestendo questa situazione nel peggiore dei modi dimostrando la loro inadeguatezza ed incompetenza. Anche questi ultimi ormai fagocitati da un sistema di comunicazione che tutto può produrre meno che pragmaticità e concretezza.
E’ stato davvero poco edificante il siparietto di Conte il sabato sera quasi alla mezzanotte e del Ministro Speranza la domenica pomeriggio dalla d’Urso (nientepopodimeno) che nulla hanno detto di concreto rispetto ad un decreto che avrebbe fermato ulteriormente il Paese che però non si comprendeva se ci fosse, si sarebbe stato o vattelapesca cosa. Con testi provvisori, inventati, falsi o falsati che correvano veloce sulla rete lasciando i cittadini nell’incertezza più completa.
E’ tragicomico che i nostri “statisti” ci vengano a rimproverare perché qualcuno esce anche per ragioni non del tutto legate ad una questione di vita o di morte, magari per andare a far visita alla fidanzata, giusto per fare un esempio. Certo, bisogna stare a casa, è bene stare a casa, ma questo forse la gente lo avrebbe compreso e accettato meglio se chi glielo sta dicendo (anzi imponendo) è credibile. Come può essere credibile una classe politica ed un Governo che fino a pochi giorni prima ci invitavano ad uscire, a stare insieme agli altri (leggi Zingaretti), ed anzi ci dicevano di star tranquilli che noi eravamo al sicuro ed era improbabile, forse impossibile, che il contagio raggiungesse il Belpaese.
Come può essere credibile uno Stato che blocca i voli da e verso la Cina ma, tramite il Ministero degli Esteri, consiglia i cittadini sul come fare ad aggirare tale divieto?
Basta dare un’occhiata ai resoconti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sui decessi correlati al Covid-19 per rendersi conto che qualcosa non torna e che le informazioni che riceviamo sono totalmente inattendibili.
Come è possibile che in Italia si abbia una mortalità di oltre il 10% dei contagiati quando in Germania non arrivano al 1%?
Credo che ormai nessuno riesca più realmente a credere a quello che legge per cui l’incertezza rappresenta lo stato d’animo più diffuso. Incertezza che inevitabilmente alimenta la paura ed il senso di vulnerabilità che opprime la gente e sarà una pesante ipoteca per rimetter in piedi la nostra cività.